Museo Storia Naturale - Seminario Bedonia
A seguito della ricostruzione del tetto del Seminario, venne ristrutturato il solaio e adibito a spazio espositivo. Sorge, infatti, nel sottotetto dell’edificio il Museo di Scienze Naturali. Nato come gabinetto di scienze del Vescovo Scalabrini e diventato Museo nel 1939, quando Monsignor Silvio Ferrari dedicò una sala ai reperti raccolti da più di 50 anni sul territorio. Egli con competenza e passione catalogò e curò tutti i reperti che man mano andavano a confluire nel Museo, che gli fu successivamente dedicato.
Grazie ai finanziamenti di Regione e Provincia, le collezioni di scienze naturali del Seminario hanno ora un ampio e moderno spazio espositivo. Il progetto è stato pensato soprattutto per le scuole; nonostante la chiusura della Scuola all’interno del Seminario, le finalità educative permangono nel nuovo allestimento.
Il Museo si articola in due sezioni. La prima sala ospita un percorso a ritroso sull’evoluzione della specie, secondo la teoria di Darwin, partendo dall’Homo Sapiens fino a raggiungere i mammiferi, gli uccelli, i rettili, gli anfibi e infine i primi invertebrati.
La parete sinistra è occupata da una raccolta di preziosissimi minerali e conchiglie di provenienza principalmente tropicale, disposti in vetrine retro illuminate.
In una nicchia, a metà del corridoio sulla destra, è stato costruito un “gabinetto del naturalista di fine secolo” in omaggio al naturalista Pierluigi Cerlesi, autore di un’importante donazione di animali imbalsamati al museo. Il collezionista viene ricordato come valente fotografo: lasciò, infatti, anche una grande raccolta di lastre fotografiche.
Fra le raccolte donate va ricordata quella ornitologica del sig. Garagnani di Piacenza, che contribuì inoltre a preparare quasi tutti gli animali imbalsamati attualmente presenti, in quanto esperto tassidermista. Suo regalo in magnifico esemplare di aquila marina.
L’attenzione dei visitatori è solitamente attirata dalla sezione che ospita alcuni esemplari teratologici, animali nati con gravi difetti congeniti a causa di uno sviluppo anormale del feto: vitelli con due teste, pulcini con quattro zampe.
La seconda sala del Museo è dedicata agli ambienti naturali della Valtaro. Gli esemplari sono presentati come parte di un ecosistema e non come soggetti.
La parte più suggestiva dell’intera esposizione è costituita dai quattro diorami raffiguranti, in maniera tridimensionale, l’ambiente naturale, il crinale, la faggeta, le praterie, i querceti, i castagneti, le pinete, i prati, i frutteti… in stagioni e ore del giorno differenti.
Il sig. Garagnani attrezzò in modo geniale alcuni spazi, creandovi delle grotte che riproducono particolari ambienti naturali e vi sistemò gli animali rispettivi; così abbiamo la grotta del coccodrillo, dei cinghiali, degli uccelli palustri, delle volpi, dei tassi, degli uccelli notturni…
Nella parete opposta il visitatore è chiamato a riflettere su alcuni dei fenomeni ambientali che interessano le vallate: migrazioni, estinzioni, ritorni, animali nocivi, animali domestici, tutela degli animali e degli ambienti…
La conclusione del percorso offre una serie di pannelli interattivi che hanno lo scopo di verificare l’apprendimento degli argomenti illustrati nel Museo da parte dei visitatori.
PER INFORMAZIONI
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43041 Bedonia PR
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