Museo Archeologico - Seminario Bedonia
Il Museo Archeologico del Seminario, inaugurato nel 2000, porta il visitatore ad immergersi nella storia dell’Alta Val Taro, attraverso le antiche testimoniante della presenza dell’uomo rinvenute in questa Valle.
La ricca esposizione di reperti è frutto perlopiù di considerevoli donazioni: le più significative dalle famiglie F. Musa e L. Bruni, provenienti da Montevaca’ di Bedonia.
Il percorso, che mostra le più antiche tappe dell’insediamento umano nella Valle del Taro, si fonda sulle attività di ricerca compiute dal professor Angelo Ghiretti e dai suoi studenti.
Altri ritrovamenti sono da attribuirsi a seminaristi o appassionati escursionisti di ritorno dall’Alta Val Taro; o ancora alle concessioni da parte della Soprintendenza Archeologica-Museo Archeologico Nazionale di Parma di reperti di provenienza bedoniese/valtarese.
Il percorso espositivo inizia con i ritrovamenti della Preistoria Antica. Con l’introduzione dell’agricoltura, nel periodo intermedio fra Paleolitico e Neolitico, lo strumento più importante diventa l’ascia in pietra levigata, usata sia per disboscare che per dissodare.
Questi arnesi in pietra verde, insieme a cuspidi di freccia in selce, erano conosciuti nell’antichità come “saiette” o “pietre del fulmine”. Le superstiziose genti montanare le credevano, infatti, punte di fulmini abbattutisi al suolo e per questo efficaci amuleti.
La tradizione delle “saiette” nel bedoniese, gelosamente custodite e affisse alle porte delle case, è riferita da Severino Musa, noto medico bedoniese particolarmente saggio sulla storia del territorio valtarese, in un articolo del Corriere Emiliano del 1939.
Fra le vetrine contenenti vari “pezzi” storici, il visitatore può trovarne una che mostra le varie fasi di lavorazione della pietra nel Mesolitico. I reperti di selce e diaspro rosso sono stati rinvenuti in accampamenti di cacciatori situati nel pressi di valichi naturali, di sorgenti perenni o di pianori di crinale, dove nel periodo estivo migravano i branchi di cervi.
Il percorso continua esaminando il popolamento in valle durante l’età del bronzo. Un’indagine avviata nelle Valli del Taro e del Ceno ha portato alla scoperta di numerosi insediamenti, tutti in posizione arroccata su rupi rocciose. Appare evidente la scelta di abitare luoghi fortificati, probabilmente per il più efficace controllo dei territori.
Gran parte dei reperti nella vetrina sono stati recuperati in occasione degli scavi condotti dall’Istituto d’Archeologia dell’Università di Genova alle Rocche di Drusco, gruppo di massi che emergono dai boschi di faggio ai piedi del Monte Maggiorasca.
Nella vetrina dedicata all'età del ferro sono esposti invece i reperti appartenuti alle civiltà liguri presenti nei villaggi arroccati degli alti bacini del Taro e del Ceno.
All'età romana e medievale è dedicata la vetrina contenente alcuni mattoni recuperati a Groppo del Monte Penna, un collo di bottiglia e un fondo di tazza provenienti da Prato di Bedonia.
Il percorso si conclude con l’esposizione dei reperti della Collezione Cerlesi, ritrovamenti dell’Italia Meridionale e della Magna Grecia donati al Seminario dal naturalista Pierluigi Cerlesi. Prezioso un frammento di vaso attico del IV secolo a.C. sul quale è raffigurata una testa di cavallo, scelta come logo del museo.
I due pezzi più significativi dell’intera esposizione: una statuetta preistorica e una Stele iscritta.
Nel 1954 il contadino Luigi Ravaglia trovò una statuetta antropomorfa in steatite, durante lavori agricoli in una frazione di Bedonia, Prato. Donò il prezioso oggetto al medico Severino Musa, che la conservò per anni… fino a raggiungere le stanze del Seminario di Bedonia.
Le rotondità del ventre, la posa, le proporzioni ricordano alcune cosiddette “veneri” del tardo paleolitico.
La Stele, collocata al centro della sala, proviene invece da Albareto e riporta un’incisione in lingua etrusca.
Il Museo Archeologico del Seminario è un vanto per la gente che abita queste Valli. Opera utile per la nostra popolazione e per il nostro paese, occasione per conoscere un po’ meglio le nostre radici, la nostra identità e per essere in grado di affrontare, più consapevoli, il nostro futuro.
PER INFORMAZIONI
Seminario Vescovile di Bedonia: seminariobedonia@libero.it
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