- Home /
- Gli iscritti /
- Ca' Cigolara
Ca' Cigolara
CA' CIGOLARA: C'E' UN PO' DI MONGOLIA IN VALTARO
Che le cose belle siano difficili da raggiungere è un cliché diffuso e piuttosto abusato, ma più che mai adatto nel caso dell’agriturismo Ca’ Cigolara. Situato nell’omonima frazione del comune di Borgo Val di Taro, l’agriturismo si raggiunge lasciandosi alle spalle la strada provinciale in località Ponte Ingegna, superando la località Breia e procedendo sul ponte che attraversa l’ormai secco torrente Ingegna. Da qui inizia una strada sterrata, stretta e ripida, che costeggiando il crinale della collina vi porterà in un angolo di Val Taro poco conosciuto e pressoché disabitato.
Simona e Diego hanno scelto proprio questo angolo, questa piccolo ritaglio di collina per iniziare la loro nuova vita, la loro speciale avventura.
Simona, milanese, ex segretaria, da sempre appassionata di erbe officinali e agricoltura è in Val Taro dal duemila, quando ha lasciato il lavoro e la vita milanese alla volta di Gotra, incoraggiata e supportata da amici valtaresi; Diego, consulente aziendale di Milano, viaggiando spesso in Toscana per motivi lavorativi, scopre la Val Taro e la sceglie come meta per le vacanze con i suoi figli.
Da qui, l'inizio della loro relazione e la decisione di comprare e ristrutturare insieme una casa in Val Taro. La scelta ricade su una casa di Ca' Cigolara, con annesso un vecchio fienile, isolata e silenziosa, confinante con l'Oasi WWF dei Ghirardi.
L'impatto con la vita montanara, con la vita di collina, è forte e spiazzante: Simona e Diego scoprono che il fantomatico silenzio notturno, non è poi così silenzioso, ma è invece animato dai versi e dai rumori degli animali, dal frusciare delle foglie. I ritmi sono diversi, la lentezza la fa da padrone, le persone ti parlano e si ricordano chi sei, la neve, e la conseguente impossibilità di muoversi in auto, fanno riscoprire il vuoto delle giornate, la possibilità di non fare niente. Perché se è vero che Milano offre servizi, comodità e divertimento, è anche vero che la vita della metropoli toglie umanità e sincerità ai rapporti, alle amicizie, alle relazioni. «La vita del milanese inizia dopo il lavoro, per questo c'è una vita notturna così attiva, le amicizie e le relazioni si coltivano tardi, prima si lavora.»; in montagna, invece, vita e lavoro si mescolano e si fondono e così, la casa ristrutturata diventa un'azienda agricola e il piacere di ospitare gli amici per i fine settimana si trasforma nell'opportunità di aprire una struttura ricettiva.
Il vecchio fienile, ristrutturato mantenendo le originali caratteristiche rustiche, è ora una sala ristorante dove gli ospiti dell'agriturismo, o meglio dell'agricampeggio, possono cenare insieme agli altri clienti, in un'atmosfera amichevole e conviviale, in un lunghe tavolate condivise che ricordano quelle delle vecchie osterie. Nel ristorante, pochi piatti, freschi, semplici e preparati con ingredienti locali, dalla carne ai formaggi, e con una particolare attenzione ai bambini, oltre che ai vegetariani. La definizione di agricampeggio nasce dalle particolarità degli alloggi per gli ospiti: non stanze, non tende né roulotte o bungalow ma vere e proprie tende yurte, abitazioni della tradizione mongola.
«Ormai l'ho ripetuta centinaia di volte questa storia», la curiosità suscitata dalle tende yurta costringe il povero Diego a ripetere all'infinito la motivazione, il perché di una scelta così curiosa. Il tutto nasce dall'idea iniziale di aprire un summer camp per bambini e ragazzi per il quale Diego e Simona fanno delle ricerche; il caso vuole che la sorella di Diego fosse da poco tornata da un viaggio in Mongolia, dove aveva scoperto le splendide e particolari abitazioni mongole.
Il gioco è fatto, le tende vengono ordinate online da un'associazione no profit e arrivano dopo quattro mesi, tramite nave. E qui iniziano le difficoltà: le tende yurta non prevedono l'utilizzo di viti o tiranti, si reggono grazie a corde di pelo di yak e le istruzioni consistono in un cd-rom in lingua mongola. Superati gli ostacoli, Simona e Diego riescono a montare le tende, rotonde e bianche all'esterno, coloratissime e decorate all'interno, arredate con semplicità e freschezza, e nell'agosto duemilaquattordici possono aprire l'agricampeggio.
Quello che si trova ora, a Ca' Cigolara, è una vera e propria oasi di pace, nella quale regna un'atmosfera quieta, quasi mistica, in cui si respira la genuinità, in cui si chiacchiera osservando il panorama, il Monte Pelpi, in lontananza, e Strela, sull'altro versante della collina. Il falò, vicino all'orto biologico e al piccolo frutteto, raccoglie, la sera, le storie e le confessioni di chi è di passaggio e di chi, invece, rimane. C'è silenzio a Ca' Cigolara, interrotto solo da Evelyn, la piccola mula, o da Libero, l'anziano cavallo bianco, che richiamano un tozzo di pane e un po' di attenzione, dal coccodè delle galline o dal belare delle capre.
Simona e Diego vi aspettano a Ca' Cigolara: vi apriranno le porte della loro casa, della loro nuova vita, con un sorriso e un caffè; ad accogliervi anche il tenero labrador Lupin, a meno che non sia impegnato con un osso.
Sito web: https://http://cacigolara.it/
località Ca' Cigolara,
43043 Borgo Val di Taro (Parma)
Contattaci
I campi contrassegnati dall'asterisco (*) sono obbligatori.