- Home /
- La nostra comunità /
- Gente di valle /
- Chiacchierata con Uboldi
Uboldi Chiacchierata con Uboldi
Quando si vive in posti simili a quelli in cui mi trovo io, è facile pensare alla parola “progresso” e a tutto ciò che ne deriva.
Siamo immancabilmente portati a pensare visioni futuristiche, innovazioni, velocità.
Dopo la chiacchierata con Massimo Uboldi, ho inevitabilmente ripensato a tale concetto.
La sua abitazione si trova a Cereseto di Compiano: tanto verde intorno, una vista mozzafiato e tantissimi animali ovunque, fin troppo ovunque, tipo in mezzo alla strada in prossimità di una curva.
Occorre viaggiare lentamente, per essere prudenti, e questo ci riporta al discorso iniziale. Dopo la chiacchierata con Massimo, mi sono reso conto che spesso, il vero progresso, porta a rallentare le cose.
Mi accoglie prontamente invitandomi ad entrare.
Avvicinandomi noto che è circondato da gatti, bellissimi felini che fanno moine per guadagnarsi una razione extra di cibo. Io amo i gatti. Quasi mi dispiace entrare e iniziare l'intervista, ma Massimo sembra una persona che conosce il fatto suo, quindi lancio un'ultima occhiata a quelle carinissime palle di pelo, e mi faccio sotto con le domande.
decelerare nei ritmi e nelle tempistiche del vivere quotidiano
Gli chiedo perché ha deciso di optare per una scelta “controtendenza”, ovvero quella di decelerare nei ritmi e nelle tempistiche del vivere quotidiano rispetto alla sua vita precedente.
Dico vita precedente nel senso ampio del termine.
Massimo viene da Milano. "Una realtà decisamente frenetica,che non ha bisogno di presentazioni. Milano significa code, mancanza di posteggi, significa pessima qualità dell’aria…e purtroppo anche pessima qualità nei rapporti umani. Perché la crisi ahimè peggiora anche le persone. Sono andato via da quella realtà a favore di un mondo completamente diverso dove aria buona, acqua buona, e bellezza del paesaggio sono una ricchezza che, indipendentemente dal reddito, arricchiscono la qualità della vita delle persone. Qui ci sono ritmi completamente diversi…ritmi che onestamente preferisco."
Un cambiamento piuttosto netto, in effetti. Sembra quasi sollevato, nel dire tutto ciò. Uno sguardo fuori dalla finestra, e poi prosegue nel racconto.
Mi dice che è un membro del G.A.S. (gruppi di acquisto solidali), attraverso i quali si cerca di effettuare una compravendita direttamente dal produttore dei beni richiesti.
Ciò permette di saltare tanti passaggi, perché la filiera produttiva si accorcia.
Ci guadagna il produttore, perché non viene "strozzato" dalla grande produzione, e ci guadagna il compratore, perché riesce ad ottenere un prodotto a chilometro zero.
Il discorso è molto interessante e Massimo risulta essere un ottimo oratore, quindi lo lascio proseguire senza fare troppe domande.
Mi parla dell'autoproduzione, ovvero, per citare le sue parole: "autoproduzione è il riappropriarsi di quella che è sempre stata una caratteristica delle generazioni precedenti, cioè quella del fare e del saper fare, del non dover dipendere in tutto e per tutto dal denaro. Occorre proprio un cambio di paradigma, per comprendere che autoprodurre per sé stessi e per scambiare con i vicini,può essere una maniera nuova di concepire la società e lo sviluppo. Proprio nel momento storico in cui il lavoro è sempre più precario e il denaro circolante a disposizione è sempre meno. Per questo il fatto di autoprodurre è una caratteristica che riguarderà il futuro." Alla faccia dell'attualità.
Tuttavia mi interessa anche un altro argomento, perché, curiosando nel suo blog, mi è capitato di leggere una citazione del sociologo Z. Bauman, che qualche anno fa, definì "liquida" la società moderna.
Gli chiedo dunque quale può essere il valore dell'autoproduzione se messo in relazione con questa definizione.
Massimo si ferma un secondo, dopodiché appaga il mio ego non indifferente con queste parole: "Ringrazio in primo luogo per la bella domanda. E’ un termine preso in prestito da altri autori, non certamente mio. Liquidità è qualcosa che sfugge, che non si amalgama con gli altri. E questo è un ossimoro, una grande contraddizione della società urbana che a prima vista sembra una società molto coesa e aggregata, ma che in realtà è una società tristemente vuota e disaggregata dove prevale l’incomunicabilità e la tensione."
Non devo fermarmi a pensare troppo sulla questione per convenire con lui.
"Basta un nonnulla, un semplice sgarbo sul posteggio o una mancata precedenza per dare luogo a forti tensioni. La dimensione rurale invece è profondamente diversa. Al posto della società liquida c’è la società coesa, dove ci si da del tu, ci si chiama per nome e ci si parla. Diciamo che forse c’è anche meno privacy, perché “tutti sanno tutto di tutti” però nello stesso tempo c’è un forte spirito di solidarietà e di condivisione e amore per il territorio che si occupa. E questi sono valori che secondo me sono in controtendenza, assolutamente fondamentali e da recuperare. Da modello anche per la società urbana."
Mi trovo inconsapevolmente ad annuire.
Segue un attimo di riflessione, in cui entrambi rimaniamo in silenzio, ognuno a pensare ai fatti suoi.
Al posto della società liquida c’è la società coesa, dove ci si da del tu, ci si chiama per nome e ci si parla
Per ora Massimo è stato impeccabile, e la tentazione di stuzzicarlo un po' è tanta.
Un uomo così sarà sicuramente contrario a tutte queste nuove tecnologie, magari riesco a farlo sentire un po' "old school".
Sorridendo candidamente chiedo…"Un pensiero generale sulla tecnologia?"
Ciò che segue dopo mi sorprende e mi regala anche una bella ridimensionata.
"Credo profondamente nella decrescita e nel fallimento di questo modello economico. Non sarà oggi, non sarà domani, ma purtroppo collasserà, perché non può esistere la crescita senza fine, basata sullo sfruttamento di fonti non rinnovabili."
So che non c'è niente da ridere, tuttavia dentro di me sento l'odiosa vocina interiore che esclama "Ah, Ha! Ecco il dinosauro che urla l'apocalisse!"
Ma Massimo non ha finito, e prosegue "Al tempo stesso però, e non vuole essere una contraddizione, credo profondamente nelle nuove tecnologie. Secondo me spingere perché la tecnologia sia al servizio dell’uomo e non viceversa salverà l’umanità da un possibile collasso. Perché soprattutto le nuove tecnologie a basso impatto ambientale saranno quelle che risolveranno molti problemi. Quindi evviva internet! Viva la possibilità di concepire uno sviluppo diverso non inquinante e non invasivo. Se le tecnologie vanno in questa direzione va benissimo. Si può conciliare una visione da cultura contadina con l’assoluta modernità, se si capisce che la fusione di questi due fattori può portare ad una società nuova e migliore."
Ah, ok. A questo punto non posso far altro che accettare la sconfitta. E' importante riconoscere l'abilità altrui.
Stare nel silenzio, stare in pochi e in un ambiente sano porta a riscoprire se stessi in un area di valori che da altre parti si rischia di perdere
Uno sguardo rapido all'orologio e capisco che è ora di congedarsi.
Me ne vado facendo l'ultima domanda "Cosa direbbe a quelle persone che vorrebbero cambiare vita, ma sono incerte sul da farsi?"
Massimo nel frattempo allontana due gatti che si fanno i dispetti reciprocamente, e dice "Se dovessi fare una battuta direi statevene a casa che noi stiamo bene dove stiamo."
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
Non appena finisco, Massimo può terminare a sua volta. "Ma questa è ovviamente una battuta e niente di più. Direi che il denaro non è tutto, e che si può assolutamente ridurre in modo drastico il bisogno dello stesso, cambiando stile di vita e riscoprendo la differenza tra beni e valori, tra beni e merci. Purtroppo l’uomo moderno tende a circondarsi di un sacco di cose inutili che non è detto che facciano la felicità. Stare nel silenzio, stare in pochi e in un ambiente sano porta a riscoprire se stessi in un area di valori che da altre parti si rischia di perdere. "
Massimo ha finito, e io mi rendo conto di avere tutto ciò che mi serve e anche qualcosa di più. E non sto parlando di lavoro. Mi riferisco al livello umano.
Lo saluto con affetto, o almeno, spero di avergli trasmesso questo, perché uscendo di casa mi sono sentito molto più ricco e sensibile di quando sono entrato.
Naturalmente prima di partire mi regalo ancora un quarto d'ora di coccole e grattini sentendomi il sovrano dei gatti. Ma va bene così.
Il sole splende e la via del ritorno viene percorsa lentamente ripensando alla chiacchierata.
Quanti bei colori tutt'intorno a me.